Impatto della fragilità su mortalità e sul ricovero nella insufficienza cardiaca cronica
Sebbene la fragilità sia stata associata a maggiori rischi di ospedalizzazione e mortalità nell'insufficienza cardiaca cronica, l'effetto medio preciso rimane incerto.
È stata eseguita una revisione sistematica e una meta-analisi per riassumere i rischi di mortalità e ospedalizzazione incidente nei pazienti con insufficienza cardiaca e fragilità rispetto a quelli senza fragilità.
Sono stati inclusi 8 studi per la mortalità ( 2.645 pazienti ) e 6 studi per il ricovero in ospedale ( 2.541 pazienti ) durante un follow-up mediano di 1.82 e 1.12 anni, rispettivamente.
La fragilità è risultata significativamente associata a un aumento del rischio di mortalità ( hazard ratio, HR=1.54, P minore di 0.001 ) e ospedalizzazione incidente ( HR=1.56, P minore di 0.001 ) nella insufficienza cardiaca cronica.
Il fenotipo di fragilità di Fried ha stimato una dimensione dell'effetto maggiore del 16.9% rispetto alla valutazione della fragilità combinata Fried / non-Fried per l’end point di mortalità ( HR=1.80, P minore di 0.001 ), ma non per l’ospedalizzazione ( HR=1.57, P minore di 0.001 ).
L'eterogeneità dello studio è risultata bassa ( I2=0% ) e l'alta qualità degli studi è stata verificata dalla scala di Newcastle-Ottawa.
In conclusione, complessivamente, la presenza di fragilità nell'insufficienza cardiaca cronica è associata a un aumentato rischio di morte e ospedalizzazione di 1.5 volte. ( Xagena2018 )
Yang X et al, J Am Heart Assoc 2018;7(23):e008251. doi: 10.1161/JAHA.117.008251.
Cardio2018
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